Il Progetto “Osservatorio Cittadino delle Acque Apuane” è un progetto di scienza partecipata di monitoraggio delle acque, nel territorio delle Alpi Apuane, soggette a fenomeni di contaminazione fisico-chimica a opera delle attività estrattive marmifere.
Da luglio a novembre 2023, si procederà al monitoraggio della qualità delle acque nei bacini idrici del fiume Lucido, in Lunigiana, e del fiume Frigido, in Versilia, attraverso misure di campo puntuali lungo i corsi d’acqua, sorgenti carsiche e sorgenti termali, per un totale di 14 punti di monitoraggio.
Sono previsti inoltre due momenti di formazione per i 45 cittadini dei comitati e associazioni locali interessati a prendere parte al progetto e che da anni si battono per la protezione di questi territori, che sono inoltre considerati patrimonio UNESCO. Durante le formazioni si condivideranno esperienze tecnico-scientifiche per l’utilizzo della strumentazione da campo per le misure di qualità delle acque e per interpretare i dati e poter redigere infine un report scientifico.
In questa pagina vengono condivisi mensilmente i dati del monitoraggio, che sono consultabili cliccando sui punti di analisi nella mappa, i report mensili, i materiali e i manuali di uso della strumentazione.
Con i dati e gli studi alla mano ci impegneremo per avviare una campagna di sensibilizzazione per spingere i vari attori locali e decisori politici verso l’adozione urgente di politiche che puntino alla protezione delle risorse idriche delle Alpi Apuane.
Il progetto è stato sostenuto da IMPETUSe finanziato dal programma di ricerca e innovazione Horizon Europe dell'Unione Europea.
Da anni l’estrattivismo del marmo ha distrutto ed alterato in maniera irreversibile l’intera catena montuosa delle Alpi Apuane. Il florido reticolo idrogeologico è stato notevolmente amputato e i corsi d’acqua – superficiali ed ipogei – risultano contaminati da varie sostanze, prima fra tutte la marmettola, una polvere di marmo, risultante dall'estrazione, dalla lavorazione e dalla segagione del materiale.
Di colore bianco si può presentare come una polvere, nel caso di taglio a secco o come fango. All'origine, il fango è composto da acqua, da particelle molto fini di marmo (carbonato di calcio) a cui possono
aggiungersi tracce di terriccio, di oli e/o grassi vegetali utilizzati per lubrificare/raffreddare gli utensili di
taglio, di idrocarburi fuoriusciti accidentalmente dalle macchine di lavorazione nonchè di metalli derivanti dagli utensili di taglio (tagliatrice a catena, filo diamantato).
Molte sono le problematiche legate proprio alla presenza della marmettola in ambiente: intorbidimento dei corsi d’acque, cementificazione gli alvei dei torrenti e dei fiumi con conseguente danno biologico ed ecosistemico e con rischi idrogeologici e alluvionali per la loro impermeabilizzazione. La presenza di marmettola e terre di cava determina un significativo degrado qualitativo dei corpi idrici. L'inquinamento delle acque sotterranee e delle sorgenti, in buona parte captate a scopo idropotabile, sebbene sia ancor più grave di quello delle acque superficiali, è meno percepito, perché non direttamente visibile.
Una delle questioni cruciali è quella della corretta identificazione della marmettola come rifiuto o come sottoprodotto: infatti in linea di principio i materiali residui non devono essere classificati come rifiuti, potendo assumere la qualifica di sottoprodotto quando possono trovare utilizzo in altri cicli di lavorazione. Occorre tuttavia sottolineare che ad oggi, in fase di controllo, non sono mai state riscontrate le condizioni che consentirebbero di attribuire a tale rifiuto la qualifica di sottoprodotto.
La marmettola ammonta a poco più di 200.000 t/anno negli anni 2012-2015 e risulta inviata per la maggior parte, tramite ditte autorizzate al trattamento dei rifiuti, presso lo stabilimento di Scarlino (GR) della Huntsman Tioxide, che la utilizza nelle fasi produttive come agente neutralizzante degli effluenti acidi. Altre possibili destinazioni riguardano impianti autorizzati in procedura semplificata secondo quanto previsto dal DM 05/02/98, quali: cementifici, utilizzo per edilizia, opere civili, industria e recuperi ambientali. Il quantitativo complessivo di marmettola desunto dalle dichiarazioni MUD relative alle attività estrattive e di trasformazione dell’intero
comprensorio Apuo-Versiliese è tale da rendere presumibile che un importante quantitativo di marmettola non venga gestito. Infatti il rifiuto marmettola - che deve essere raccolto all'origine per essere recuperato-trattato ovvero smaltito secondo quanto previsto nell’autorizzazione - non di rado e anche in ingenti quantità, risulta abbandonato nell’ambito dell’area di cava, e resta esposto all’azione degli agenti atmosferici meteorici generando un notevole impatto sull’ambiente, in particolare sulla risorsa idrica.
Apri la mappa e scopri i punti di monitoraggio:
I risultati dei cinque mesi di monitoraggio riportano un peggioramento della qualità dell'acqua nel bacino del fiume Lucido e nel bacino del fiume Frigido dal periodo estivo (assenza di precipitazioni) al periodo autunnale (precipitazioni intense), in termini di torbidità e concentrazioni di metalli pesanti.
Entrambi i bacini hanno riportato torbidità nulla durante i mesi estivi, mentre nei mesi autunnali risulta particolarmente critica la torbidità delle acque di sorgente presso la Grotta d’Equi, delle acque del fiume Frigido all’altezza del paese di Poggio Piastrone, delle acque del canale che arriva dalla sorgente del Cartaro e delle acque del fiume Frigido a valle del paese di Canevara. Tutti questi punti sono interessati dalla presenza di cave di marmo all’interno del loro bacino idrogeografico.
Per quanto riguarda i metalli pesanti durante in monitoraggio di agosto si sono registrati valori inferiori alle soglie stabilite per l’acqua potabile dall’EPA e rientranti nei valori soglia della normativa italiana per la protezione dell’ecosistema acquatico per tutti i punti analizzati in entrambi i bacini Invece, durante il monitoraggio di ottobre, tutti i punti sono risultati positivi alla presenza di ferro, con concentrazioni pari o superiori alla soglia limite e alcuni punti sono risultati positivi anche alla presenza di mercurio, con concentrazioni superiori alla soglia limite per la protezione dell’ecosistema acquatico.
Questi campanelli d’allarme potrebbero essere indicativi della presenza di una fonte di inquinamento a monte, per la quale sarebbe opportuno indagare l’andamento e l’origine delle contaminazione con delle ulteriori analisi.
Per approfondire si possono consultare i report pubblicati nella sezione sottostante.
Il progetto ha previsto momenti di formazione rivolti a cittadini, comitati, associazioni e realtà impegnate sul fronte apuano per la protezione delle risorse naturali, in particolar modo l'acqua, dalle minacce e impatti delle attività estrattive marmifere.
La prima formazione, realizzata il 21 luglio, è stata dedicata al processo di realizzazione di un monitoraggio ambientale partecipativo affrontando varie tematiche inerenti gli strumenti di analisi e misura sul campo, le tecniche di monitoraggio, gli indicatori di qualità delle acque e il processo di raccolta dati sul campo.
La seconda formazione, realizzata il 28 luglio, è stata dedicata alla rielaborazione dei dati raccolti e alla redazione di un report scientifico.
Download di tutti i materiali utilizzati nelle uscite di monitoraggio sul campo:
Video tutorial per l'utilizzo degli strumenti:
Per ogni uscita di monitoraggio sul campo si realizza un report per il bacino del fiume Lucido e un report per il bacino del fiume Frigido.
Infine, si riporta il report finale con i risultati dei cinque mesi di monitoraggio per il bacino del fiume Lucido e il bacino del fiume Frigido.